La reliquia

Agli inizi di dicembre del 1615 il cappellano della chiesa di San Nicola, Don Domenico Fisichella, con i rettori Luca Santagati, Muni Puleo e Domenico Santonocito, scrivono al Vicario Generale Antonino Perremuto ed al Vescovo Bonaventura Secusio per chiedere l’autorizzazione di poter esporre alcune reliquie avute da Roma, tra le quali quella di Sant’Antonio Abate. A quel tempo si trovava a Roma il Dottor don Giacomo Romano, canonico della collegiata e “beneficiale” del casale di Misterbianco, il quale si interessò presso Monsignor Fabrizio Caracciolo, vescovo di Tropea, per avere alcune reliquie.
Queste furono mandate a Misterbianco tramite padre Desiderio La Placa, provinciale e commissario generale dei Carmelitani della provincia di Sant’Alberto, come si attesta “per fede” dallo stesso.

Il vicario generale, controllata la documentazione, autorizza l’esposizione e la processione con baldacchino in “quillo tempo che l’esponenti vorranno, et farli festa incomensando dalli primi vesperi insino alli secundi… Catania 16-12-1615”.
Dalla visita pastorale effettuata dal vescovo Bonadies nel 1666 apprendiamo che la reliquia di Sant’Antonio era sistemata in un braccio d’argento, insieme a quella di San Nicola. Dopo l’eruzione del 1669 i Misterbianchesi, discordi sul punto dove ricostruire il paese, si sparpagliarono in vari gruppi, dividendosi i suppellettili e gli oggetti sacri delle chiese.
La reliquia di Sant’Antonio Abate rimase nel nuovo paese, ma senza il reliquiario, cioè senza il braccio d’argento. Questo venne costruito nel 1720; ciò si deduce da una incisione posta sotto la mano del reliquiario; doveva portare incise anche le iniziali del cesellatore, del console che reggeva quell’anno il consolato, nonché il marchio di garanzia, ma di tutto ciò non si nota nulla, forse a causa dei vari ritocchi e riparazioni eseguiti nell’anno 1830, ad opera dell’argentiere Auteri e successivamente nel 1895, per interessamento di Pietro Santonocito Arena fu Nunzio, come ci informa una seconda incisione nella parte centrale del braccio.
Da allora non sono state apportate altre modifiche.
Oggi possiamo ammirare e venerare la santa reliquia il 17 gennaio e in agosto, in occasione della “Festa Grande”.

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