La festa di S. Antonio Abate ha, nel nostro Comune, origini remote, ed è stata caratterizzata da un eccezionale spettacolo di fuochi d'artificio, tanto da essere denominata, nei calendari turistici nazionali, la "festa del fuoco".
Nella scadenza triennale della solenne festa, il popolo, la Commissione centrale, i comitati dei cerci e dei "partiti", il clero e l'amministrazione Comunale si danno da fare, molti mesi prima della ricorrenza, per preparare il programma dei festeggiamenti che richiameranno a Misterbianco una moltitudine di forestieri e di cittadini residenti in altri comuni.
La celebrazione triennale ricorre la prima domenica di agosto e si protrae per ben cinque giorni. Attorno a queste cinque giornate si organizzano tutte le manifestazioni inerenti alla festa. In modo particolare la giornata del sabato è certamente la più rumorosa e caratteristica. Dà inizio ai festeggiamenti la solenne processione della Reliquia, che, partendo dalla chiesa di S.Nicolò, si conclude nella Chiesa Madre con il canto dei Vespri e la Benedizione.
Alla processione, aperta dai Cerei, partecipano le Confraternite, il clero, le religiose, le autorità civili e militari e gran numero di fedeli.
Successivamente l'appuntamento è ai "Quattro Canti"; dove una moltitudine assiepata aspetta l'ingresso dei cerei, che frattanto si sono disposti lungo la via Matteotti, secondo il tradizionale ordine di entrata: Maestri, Pastori, Carrettieri-Camionisti e Vigneri. L'ingresso di ogni cereo è accompagnato dalla banda musicale che "sostiene' i portatori nella "ballata" mentre assordanti e variopinti fuochi d'artificio riempiono l'aria di fantasmagorici colori e acre fumo a conferma dell"appellativo: "festa del fuoco".
Trascorse le "quattro ore di fuoco", tutti i cerei, con lo stesso ordine con cui sono entrati, lasciano i "Quattro Canti" ed entrano nella vicina Chiesa Madre, da dove muoveranno, la domenica mattina, per aprire la Processione del Simulacro del Santo, che rimarrà l'esclusivo protagonista delle due ultime giornate di festa.